(ASCA) - Roma, 3 mar - Via il 'tetto' a quota 8.000 MW per il fotovoltaico, riduzione del costo per il ritiro dei certificati verdi, norme anti truffa per gli impianti incentivati e separazione funzionale sul modello 'ITO' della rete del gas da Eni. Sono questi, in estrema sintesi, i provvedimenti principali in materia energetica adottati dal Consiglio dei Ministri. Le misure sono contenute nel decreto legislativo di riforma degli incentivi alle fonti rinnovabili e nel decreto per il recepimento del terzo pacchetto europeo sull'energia. Per la verita' il Dlgs sulle rinnovabili uscito dal Cdm e' una scatola ancora in gran parte da riempire. Con un successivo provvedimento, gia' annunciato per giugno, potrebbe arrivare un nuovo 'tetto' aggiornato per il fotovoltaico e la definizione nel dettaglio delle quote di incentivi per i nuovi impianti. Per gli operatori quindi l'attesa non e' ancora finita ma la scadenza del 5 marzo per l'approvazione del testo imponeva comunque di avviare l'iter. Gia' fissato, invece, il taglio del costo di ritiro dei certificati verdi. I CV che eccedono la quota d'obbligo, prodotti tra il 2011 ed il 2015, saranno ritirati dal GSE ad un prezzo ridotto, pari al 78% di quanto previsto dalla finanziaria del 2008. Confermate poi le misure per evitare la conversione a pannelli solari dei terreni agricoli. Gli impianti fotovoltaici non potranno infatti superare il limite di 1 MW per azienda e comunque non potranno coprire piu' del 10% della superficie. Questi limiti, spiegano dal governo, servono a ''rendere l'energia un reddito aggiuntivo per gli agricoltori al fianco dell'attivita' agricola tradizionale'' oltre a ''difendere il paesaggio rurale''. Via libera anche alle misure anti-truffa. Chi ha percepito o tentera' di ottenere contributi per le fonti rinnovabili con ''documenti non veritieri'' o ''dichiarazioni false'' non potra' piu' richiedere incentivi per 10 anni oltre a dover restituire le somme eventualmente ricevute. Per quanto riguarda il gas, il Consiglio dei Ministri ha formalizzato la scelta per la rete di trasporto del gas, gia' emersa nelle scorse settimane, della formula della separazione funzionale, ovvero dell'Indipendent Transmission Operator. In sostanza Eni manterra' il controllo di Snam, ma avra' un anno di tempo per mettere in piedi un sistema di gestione che assicuri parita' di trattamento a tutti gli altri operatori. Questa soluzione era una delle tre possibilita' previste dal pacchetto Ue per dividere l'operatore dominante e verticalmente integrato dalle attivita' di trasporto di gas. Le altre erano la separazione proprietaria, piu' drastica ed auspicata dal precedente colelgio dell'Authority, e la separazione gestionale ovvero il mantenimento della proprieta' con la gestione affidata ad un soggetto terzo.
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